Presidente de
Il Cantiere delle Donne Aps
All’esame di maturità, nel liceo classico più prestigioso della città, che mi ha forgiato alla sopravvivenza per il futuro, l’esaminatore esterno mi fece la fatidica domanda finale. “Cosa hai deciso di fare dopo il liceo? Io allora, già provata dall’esame, fui come sempre sincera al massimo livello e dissi filosofia. Fu allora che iniziai a capire che la mia vita personale e professionale sarebbe stata in salita e con qualche ostacolo in più, per il fatto soprattutto di essere donna. L’esaminatore ghignando mi fece un’ulteriore domanda che al momento non capii subito. “Suo padre ha campi?” Io risposi ancora una volta con la massima trasparenza con un “No, lavora in banca”. E lui ridendo allora mi disse…”Beh in bocca al lupo”.
Quando mi calmai e capii il senso di quella domanda mi vennero i fumi. Mi voleva dire che avrei fatto la fame se mio padre non era ricco e mi poteva mantenere o se non mio padre un fantomatico marito o compagno. Non so se è stato questo l’inizio della mia “passione e impegno” per le donne e la valorizzazione delle stesse, ma certo ha segnato la fine della mia adolescenza e mi ha dato il benvenuto nel mondo degli adulti. Se lo ricordo ancora oggi è perché ovviamente ci sono rimasta male e perché è stata veramente una pessima uscita, sicuramente non educativa o incoraggiante. Primo aveva offeso la mia scelta che era di cuore e di passione prima che di indirizzo lavorativo ( ero indecisa tra la “sicura” giurisprudenza o l’amata filosofia) secondo perché secondo il tipo una donna doveva per studiare “una cosa del genere” essere dipendente da un uomo e possibilmente ricco. A ripensarci in quell’episodio c’erano davvero tutti i cliché contro i quali la sottoscritta e il Cantiere delle donne stanno lottando da anni ormai, assieme a tanti amici e amiche, associazioni, realtà.
Primo tra tutti il fattore economico, che contava e conta. Contava per i miei genitori che comunque mi hanno pagato le spese universitarie e mi hanno permesso di fare una scelta così poco, sulla carta, ancorata alle possibilità lavorative future. E che però, alla faccia dell’esaminatore, hanno visto loro figlia non solo iniziare la carriera giornalistica proprio durante l’università, ma la stessa lavorare, sia scrivendo su un quotidiano locale che come segretaria in palestra.
Proprio per non gravare ulteriormente sui miei genitori e per essere indipendente, per potermi pagare la benzina dell’auto, una pizza con gli amici e per impostare il suo futuro lavorativo. Non sto a dirvi che appena mi sono laureata mi hanno assunto a tempo indeterminato nella tv dove già collaboravo e che quindi non ho avuto bisogno né di un padre con i campi né di un marito che mi mantenesse.
Però nella vita, e pur in una vita più o meno normale, ho dovuto fare i conti con altre “violenze economiche”, a partire dalla gestione di una separazione con i conti che saltano, con licenziamenti da parte di aziende dalla sera alla mattina per mancanza di soldi, all’apertura di una partiva iva. Piccole sfide e difficoltà che ti mettono sempre di fronte al mondo da sola, a confrontarti con il mondo maschile, che spesso ha più facilità a trovare lavoro, a fare carriera, a guadagnare di più. E se io, nonostante la fatica, posso dirmi fortunata e brava ad essere riuscita a gestire soldi e lavoro così ci sono tante altre donne, anche le più acculturate, che magari cadono in errore, in tranelli, in difficoltà, che scelgono di non lavorare per badare alla famiglia, che firmano carte che non dovrebbero firmare, che hanno paura di intraprendere un’attività. E a loro che abbiamo deciso di rivolgere questo corso a tappe e argomenti, partendo da noi. Perché a costruire il percorso sono state proprio le tante donne del Cantiere, con diverse professionalità, che hanno sentito di voler aiutare altre donne con le loro conoscenze e competenze in materia, per renderle più forti, più coraggiose.
Di qui Brave, termine con il quale abbiamo giocato sia in inglese che in italiano. Perché fate le brave esca dalla logica di sottomissione e venga declinato al positivo, al coraggio che ogni donna dovrebbe avere, a partire dalla conoscenza anche di una materia spinosa come può essere la finanza e la gestione del denaro.
Eppure anche questo è un piccolo passo verso l’autonomia e l’uscita dalla violenza, sottile, subdola e pesante che purtroppo ancora troppe donne stanno subendo.